Ho deciso di regalarmi un viaggio extra all’inizio di questo 2022. Il 6 gennaio, mentre in Italia si festeggiava l’Epifania, ho preso un volo per il Cairo, Egitto. Scalo di 5 ore a Fiumicino. L’attesa è stata tutto sommato piacevole, mi sono anche concessa un brunch di gran conto: hamburger di pollo e patatine, alle 9:30. Il motivo? Una leggera sfiducia sul fatto che ITA avrebbe distribuito cibo durante il volo. Mi sbagliavo: arrivata a destinazione ero più che sazia! Ok, una piccola introduzione (che mi piace sempre fare) per andare poi al punto. Vi racconto alcune cose sul Cairo che forse non sapete. Io almeno non le conoscevo, prima di arrivare nella capitale egiziana.
Quando andai in Messico, mi chiesero se avessi avuto uno shock culturale. Non ci avevo mai ragionato, e ci pensai. No, nessuno shock. Qui, invece, appena messo il piede fuori dall’aeroporto, ho capito cosa si intende con quel termine.
Pensavo che vivere al Cairo sarebbe stato sì diverso, ma non così tanto. In senso buono, perchè adoro scoprire modi di vivere diversi dal mio. L’impatto però è stato forte, a partire dalla lingua. In Egitto si parla anche inglese, ma sono davvero pochi gli egiziani che lo conoscono.
1. Survivor road al Cairo: nessuna regola
La prima cosa che faccio, fuori dall’aeroporto, è chiamare un Uber per andare in hotel. Vedo arrivare un’auto sgangherata e strisciata. “Bene” penso “sono proprio in buone mani!”
Siamo partiti, e per la seconda volta in 6 mesi ho pensato che non ne sarei uscita viva. La prima volta era in Messico, costretta in un posto strettissimo in una navetta guidata da un aspirante assassino che giocava a “sfiora le macchine e cerca di non morire”. La seconda qui, al Cairo, in una vecchia auto ammaccata guidata come non ci fosse nessun altro sulla strada.
L’autista egiziano passava da una corsia all’altra senza guardare indietro, a nulla valevano i clacson e i fari alti delle altre auto: lui viaggiava, tranquillo. Io un po’ meno, mi sembrava di star guidando al suo posto, cercando di evitare i tamponamenti con la forza della mente. Non mi restava altro che la speranza.
Forse mi sono preoccupata troppo, all’hotel ci sono arrivata senza danni, e nei giorni successivi mi sono accorta di una cosa: quasi tutte le auto al Cairo sono ammaccate, e non ci sono regole alla guida. Sulle strade manca la segnaletica: non solo cartelli stradali, ma anche le strisce delle corsie. Motivo per cui le persone corrono senza regole, passando a destra e a sinistra, zigzagando nel traffico. Pura normalità.
Le pochissime strisce pedonali presenti non servono a nulla, probabilmente sono un pro forma. Le persone attraversano la strada letteralmente buttandosi in mezzo al traffico, facendo segno alle auto di rallentare per farle passare. Voglio dirvi, con orgoglio, che ormai ho preso anch’io il patentino da “provetta attraversatrice di strade cairote”.
Giusto per non farci mancare nulla, infine, la sera molti autisti non accendono i fari, e spesso le motociclette vanno contromano. Al bacio!
2. Una città immersa nello smog
A dicembre ho visto un documentario su Lahore, città del Pakistan, considerata la più inquinata al mondo. L’inquinamento dell’aria lì è talmente alto, che per una persona è come fumare un pacchetto di sigarette al giorno. Bene, ho scoperto che al Cairo è lo stesso.
Cè una foschia costante, in particolare la mattina, quando l’orizzonte diventa invisibile a causa di questa cappa di “fumo”. Non sono un’amante delle mascherine, ma qui ho dovuto usarla ogni volta che uscivo.
Purtroppo l’inquinamento non si limita allo smog nell’aria. Lungo la strada c’è molta spazzatura, spesso accumulata in piccole discariche improvvisate.

3. Investimenti immobiliari a Sheikh Zayed City
Sheikh Zayed è una piccola città a ovest del Nilo, fondata nel 1995 e chiamata così in onore dello sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan. Ci abita la parte di popolazione più ricca, ma è per metà deserta. Molte abitazioni sono sfitte o abbandonate semi-nuove. Perfino di auto, qui, ce ne sono poche. Sicuramente un posto tranquillo per vivere, la contropartita è che si trova a 30 km dal centro del Cairo (e da tutti i possibili “entertainment”).
L’unica attrazione è lo Zed Park, un “parco divertimenti” totalmente artificiale e alimentato a gruppi elettrogeni. “Perchè non usano il fotovoltaico, con tutta la luce che hanno?”. Semplice, il gasolio costa meno. È una di quelle cose che a noi sembrano assurde, ma qui il prezzo del gasolio al litro si aggira tra gli 8 e i 9 EGP: nemmeno 0,50 EUR.

Costo di ingresso al parco: 120 EGP (6,60 EUR). Prima di provare una giostrina, abbiamo fatto due chiacchiere con Loay, property consultant del progetto ZED – Sheikh Zayed City, che ci ha parlato di investimenti immobiliari. Il progetto ZED prevede la creazione di una “città nella città”, un complesso residenziale lussuoso e di ampie dimensioni (circa 165 acri). Gli edifici sono attualmente in costruzione (gennaio 2022), ma sono già in vendita per gli investitori, si prevede la chiusura dei lavori nel 2023.
In questo momento gli appartamenti hanno un prezzo molto basso. L’intera zona, compreso il parco che già esiste, diventerà poi un complesso chiuso e accessibile solo ai residenti e visitatori. Se vi occupate di investimenti immobiliari, dateci un occhio: potrebbe essere interessante.
4. Come evitare costi extra alle piramidi
Visitare le piramidi di Giza è un must per chi viene al Cairo. È effettivamente l’unica zona della capitale in cui è facile vedere turisti internazionali.
Ma quanto costa vedere le piramidi? I prezzi sono molto aumentati negli ultimi anni, soprattutto per le attrazioni turistiche:
- 200 EGP (11,00 EUR) per l’accesso all’area
- 400 EGP (22,00 EUR) per entrare nella piramide più grande (quella di Cheope)
All’interno troverete delle “guide” che vi proporranno un tour in cammello. Se non volete perdervi l’occasione di montare su questo bizzarro animale, il mio consiglio è quello di contrattare il prezzo prima di salirci sopra. Le guide egiziane cercheranno sempre di farvi pagare un prezzo più alto del dovuto: si può contrattare (anzi, bisogna!), ma mai farlo quando siete già partiti. Un prezzo nella media è 25 Euro a cammello per il tour lungo: vista panoramica delle 9 piramidi, Sfinge e museo del papiro.

5. Come facevano gli antichi egizi a sapere se era maschio e femmina?
Si narra che gli antichi egizi, all’epoca dei faraoni (3000 anni fa), fossero degli ottimi scienziati e astronomi. Il loro anno solare, di 365 giorni, era suddiviso in 3 stagioni di 4 mesi ciascuna: la stagione delle esondazioni del Nilo (Akhet), quella della semina (Peret), e quella del raccolto (Shemu). Semplice, pratico.
C’è una cosa che, più di tutte, ho trovato interessante: gli egizi avevano un metodo infallibile per scoprire il sesso del nascituro. Riempivano due ciotole, una di riso e l’altra di grano. Poi vi versavano sopra l’urina della donna in gravidanza, e lasciavano riposare il tutto per 3 giorni. Al terzo giorno, osservavano le ciotole:
- se il grano era diventato verde, allora era una femmina
- se era il riso ad essersi colorato di verde, allora era un maschio
- e se tutte e due le ciotole erano verdi? Questa la lascio al vostro intuito!
Curiosità random sul Cairo
- Tutte le donne portano lo hijab, il velo semplice che copre i capelli e le orecchie, mentre molte hanno il niqab, un velo nero che lascia scoperti solo gli occhi.
- Ci sono gatti ovunque (d’altronde, sono animali sacri).
- Lungo la strada spesso si vedono persone poverissime che vendono pacchetti di fazzoletti ai passanti.
- È facile incontrare persone che trasportano oggetti ingombranti in equilibrio sulla testa. Maestri equilibristi.
- Gli egiziani in generale hanno un tono di voce alto quando parlano, ma quando si arrabbiano…fanno paura!
- I giorni festivi sono venerdì e sabato, quindi la settimana lavorativa va dalla domenica al giovedì.
- Gli antichi egizi furono i primi ad usare gli oli essenziali per la cura della pelle e dell’anima, nei rituali religiosi e di bellezza quotidiana.
- La colazione è salata, a volte fritta.