Il mio viaggio a New York

Ci ho messo un po’ a decidermi, ma finalmente eccomi. Oggi vi parlo del mio viaggio a New York.

Non è facile parlarne, se n’è già parlato tanto di NY, e non ha più molti segreti. La mia descrizione rischia di essere la ripetizione di mille altre già fatte. Per questo cercherò di renderla personalizzata. Come sempre.

Bene, ho vissuto a New York per 18 giorni, molto intensi. Da vedere ce n’era fin troppo, e il mio budget era limitato. Limitato per il costo della vita, che certo non è quello a cui sono abituata in Italia. Quindi non sono andata a feste con il mio cavallo bianco, però ho visto e vissuto tanto lo stesso.

Alloggio

Le accomodation a NY sono costosissime, in generale. Ostelli praticamente non ce ne sono, così abbiamo dovuto optare per una stanza privata in un appartamento condiviso. Essendo in due conviene questo tipo di soluzione, spesso viene a costare meno di un letto singolo in ostello!

Nella ricerca di un sano equilibrio tra costi e comodità di spostamenti, la scelta è ricaduta su Upper Manhattan: nel distretto principale, ma non proprio di fianco al Central Park. Un condominio anche carino, sotto casa avevamo il supermercato e la metro. La vivibilità in casa, quella era un po’ meno carina: inquilini che non lavavano mai i piatti, qualche topolino qua e là, e in generale tutto un po’ sporco. Fortunatamente, non avremmo dovuto restarci troppo, in casa. Fuori c’era New York City.

I distretti di New York

L’ho girata tanto New York, a piedi prevalentemente, con la metro, per le grandi distanze. Ad esempio, quando sono andata a Brooklyn, il quartiere cosmopolita di Long Island. Mi ricordo mercatini lungo la strada: le persone vendevano qualsiasi cosa, ogni tipo di oggetto o vestito. Case dai mattoni rossi e cavalcavia, baristi gentili che offrivano il caffè. E poi, Coney Island, la penisola a sud di Brooklyn famosa per il Luna Park che si vede in decine di film. Perchè “Island” se è una penisola? Perchè era un’isola fino a prima della costruzione della Belt Parkway, quando il Coney Island Creek venne riempito per fare da base all’autostrada.

Una metro sferragliante e affollata mi ha portato anche nel Queens, il distretto più grande della città. Poi nel Bronx, che non è certo pericoloso come lo raccontano nei film. Almeno, per quello che ho visto io. 

Il distretto che però ho vissuto di più è stato certamente Manhattan. Ah, Manhattan. È proprio come te la immagini, non ti lascia nemmeno il gusto della scoperta. Ed è meravigliosa. Soprattutto quando un musicista di strada, a Times Square, riesce a creare un ritmo incredibile con l’aiuto di sole pentole, secchi e una bacchetta. 

Non avrei mai pensato di vederli, gli studi dove trasmettono gli andamenti della borsa, gli uffici Nasdaq, i mega cartelloni pubblicitari, i taxi gialli ovunque. Sono andata perfino a scovare lo Studio 54, che ormai è diventato un teatro (nella mia testa sono ancora gli anni sfolgoranti di Bianca Jagger e Andy Warhol, ma questo è un altro discorso).

La bellezza di Bryant Park, non me l’immaginavo proprio. Un piccolo spazio verde circondato da grattacieli altissimi: la sera, d’estate, ci fanno il cinema all’aperto. E poi dietro, la Public Library, con le sale di lettura proprio come quelle dei film.

Nel mio viaggio a New York, la sala lettura della Public Library
NY Public Library. 2021

Come fare a vedere la skyline dall’alto? Un biglietto da 40 dollari e su, al Rockefeller Center. Fino alla cima. E che visione, l’Empire State Building, il World Trade Center, l’Hudson e la Statua della Libertà sullo sfondo. Alle spalle, il grande rettangolo verde del Central Park e intorno la città. Posso dire che, tornata a terra, la mia visione della vita non è stata più la stessa. Almeno per un po’.

Momenti di meritato relax me li ha regalati il Central Park. Che è così grande, un’impresa passarci attraverso. Le persone ci passano tanto tempo, anche solo fermi ad ascoltare un gruppo che suona jazz.

Momenti di divertimento, invece, li ho avuti a Little Italy, soprattutto durante la festa di San Gennaro. Quanta confusione, quanta gente che si affrettava a comprare i “veri cannoli siciliani” (che poi con San Gennaro che ci azzecca?), le fanfare, i finti italiani e le processioni col santo. Ah, che meraviglia!

Nel mio viaggio a New York, l'uomo dei sigari a Little Italy
Bancarelle a Little Italy. NY, 2021

Ora che sono altrove, mi manca molto New York. Unica, speciale, affollata, incasinata, fumosa, accogliente. 

Esperienze

Un pomeriggio di sole. Camminavo lungo la baia, vicino a Little Island. Non avevo pensieri particolari, osservavo i raggi del sole immergersi nelle acque scure dell’Hudson. Fu allora che mi sorprese: una donna anziana, di origini asiatiche, molto simile alla donna incontrata a San Francisco. Forse la stessa, perchè la donna che mi stava di fronte aveva gli stessi occhi a fessura, la stessa aurea sacra. Mi fece dei segni con le mani, come a dire che andavo bene così com’ero, che non stavo sbagliando la mia vita. Dopo, ero al settimo cielo, anche se non aveva pronunciato una sola parola. L’universo mi aveva mandato un segnale, era surreale.

Fine giornata. Insieme a Marco, passavo vicino alla NY Public Library, e una scena ci colpì: persone raggruppate intorno a dei tavolini che parlavano in tante lingue diverse. Ci spiegarono che era un gruppo di scambio linguistico. Ora, se mi conoscete un po’, sapete che questo genere di eventi non sono proprio nelle mie corde. Non conosci nessuno, ti devi buttare e pure parlare una lingua che non è la tua. Imbarazzo totale. Infatti fu così, almeno all’inizio. Qui ho conosciuto Isil, una ragazza turca della mia età, a New York per imparare l’inglese. La incontrammo di nuovo qualche  giorno dopo, per puro caso, ed era felicissima di vedere i suoi “italian friends”. Mi ricordo la gioia nei suoi occhi, sincera. Una cosa rara, uno sguardo umano, in quella enorme città. Chissà se ci rivedremo mai.

Chissà se tornerò a fare un viaggio a New York. In ogni caso, è stato incredibile.

aurora
aurora

Ciao, sono Aurora - blogger, copywriter e minimalista creativa.
Nella vita scrivo, viaggio, imparo, sbaglio e pongo rimedio agli sbagli.
Amante degli anni '80, della musica new wave e del buon vino.

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4 commenti

  1. Che bel viaggio e che bel racconto. Non dono mai stata negli States, ma mi hai accesso un desiderio che non sapevo di avere. Brava, davvero, non è affatto un racconto come tutti gli altri. 😉

    • Grazie mille Silvia! Instillare la curiosità sui luoghi del mondo che ho visto è il mio obiettivo, accendere il desiderio di andarci è davvero gratificante. Un abbraccio!

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