Quando ero a Bacalar, Quintana Roo, una mattina sono uscita presto dalla tenda per andare a fare una passeggiata. In realtà dovevo sbollire un po’ di nervosismo. È stata un’ottima idea, perché mi sono dimenticata subito di tutto. Intorno c’era una versione nuova del mondo.
Nessuna anima viva in giro, se non qualche cane, e un pappagallo. Un pappagallo che mi ha cambiato la giornata. Quando gli sono passata davanti si è messo a parlare e urlare come un umano, e inizialmente mi ha infatti confuso sulla sua identità di animale. Mi ero dimenticata di quanto i pappagalli siano bravi ad imitare la voce umana, è una cosa che mi ha sempre affascinato tantissimo.
Mi ricordo che i miei nonni ne avevano uno, si chiamava Cocò, era grigio e imitava la voce di mio nonno. “Buongiorno”, ogni volta che entravamo a casa loro. Poi cantava, seguiva il ritmo della musica facendo schioccare la lingua. Era uno spettacolo da vedere, e mi ci ero anche parecchio affezionata.
Quella mattina vidi di nuovo un pappagallo, questo però era verde e giallo, e non diceva “buongiorno”, ma qualcosa in spagnolo, urlava forse un nome di persona. Con il tono di voce della sua padrona. Sono rimasta incantata ad ascoltarlo per non so quanto tempo. Mi ha riportato alla mente non solo ricordi, ma anche sensazioni dimenticate.

Mi è sembrato di essere entrata nella macchina del tempo ed essere tornata in quegli anni di cui ora ho nostalgia. Sono una super nostalgica e adoro andare col pensiero a quelli che definisco begli anni. Quell’animale mi ha dato la spinta definitiva verso una sensazione di pace assoluta, che stava nascendo durante i primi metri di passeggiata. Poi mi sono trovata come dentro un sogno, dai contorni sfumati, forse anche ovattato, ma per questo bellissimo.
Come spiegarla quella nostalgia? Ce l’hanno tutti. A me dà una sensazione bella davvero, come se non tutto fosse sprecato nella mia vita. Ho realizzato che quel presente che era allora, era in realtà un momento bellissimo, anche se non sembrava così quando c’ero dentro. Bellissimo perchè era presente, ero lì a viverlo. Ho capito che per lo stesso motivo i momenti che vivo ora saranno un giorno nella mia memoria fissati come dei momenti stupendi.
Così ogni situazione che vivo nel presente, bella o brutta che sia, me la vivo al meglio, perchè un giorno non ci sarà più e ne sentirò la mancanza. È stato rivoluzionario. Incredibile come una cosa così ovvia a dirsi, non sia altrettanto ovvio che la nostra mente la realizzi davvero e la metta in pratica.
In questo viaggio ho imparato ad essere un po’ più grata per quello che la vita mi ha dato e mi sta dando. La gratitudine è la chiave di lettura di una vita vissuta bene, e sembrerà una frase banale, ma anche i momenti brutti esistono per una ragione.