La Calavera Catrina, o “teschio della gran dama”, è la rappresentazione di una donna scheletrica addobbata con vestiti di lusso, scialli e un cappello di piume, molto popolare in Messico, oggi associata al Dia de Los Muertos.
L’ho notata la prima volta a San Miguel de Allende, perchè era disegnata sulle mura del nostro ostello, che ne portava anche il nome (qui trovate il racconto di quei giorni). Pensavo fosse semplicemente una creazione artistica pensata per quel posto, ammetto la mia ignoranza.
Ho capito che si trattava di qualcos’altro, un simbolo popolare, quando ho cominciato a vederla per le strade della città anche in altre parti del Messico…ovunque, potrei dire.
Dalle origini ad oggi
Le sue origini risalgono al periodo della rivoluzione messicana contro il governo di Porfirio Diaz, culminata nel 1910. Le proteste contro il Porfiriato nascevano dai disagi dati dalla disuguaglianza sociale, creata da un governo che accentrava la crescita del Paese sulle classi agiate, mantenendo il proprio potere e quello della borghesia a discapito delle classi più povere.
Agli inizi del ‘900 cominciarono a diffondersi libri che contenevano critiche alle classi privilegiate, accompagnate da immagini di teschi e scheletri, a rappresentare ironicamente la classe borghese, ben vestita ma morta dentro. Morta dentro perchè dietro quei vestiti eleganti, “alla maniera europea”, c’era la falsità di persone che rinnegavano le proprie origini indiane.
Divennero iconiche le illustrazioni satiriche di Jose Guadalupe Posada, tra cui la prima immagine della Catrina, allora chiamata “Calavera Garbancera”.
Fu poi Diego Rivera, marito di Frida Khalo, a dare a Catrina l’aspetto con cui oggi è raffigurata nell’immaginario comune, una dama con grande cappello e boa di piume. L’iconica figura si trova nel suo dipinto “Sueño de una tarde dominical en la Alameda Central”, dove troviamo questa gran dama dell’aristocrazia messicana, scheletrica ma ben vestita.
Da allora la Catrina per il Messico è diventata il simbolo popolare della morte. Non a caso, è oggi l’icona del Dia de Los Muertos, una celebrazione festosa in ricordo dei defunti, che si tiene il 2 novembre in tutto il paese.

Col suo sorriso beffardo, la Catrina ci ricorda che tutti prima o poi moriremo, che la morte è sempre al nostro fianco e che le ricchezze non potranno evitarla: alla fine tutti diventeremo delle belle calaveritas.
“La muerte es democratica. Ya que a fine de cuentas, güera, rica o pobre, toda la gente acaba siendo calavera” J. G. Posada