Lasciata Guanajuato alle spalle, la terza tappa ci porta a San Luis Potosi, capitale dell’omonimo stato messicano.
Come potevamo raggiungerlo se non con l’ennesima corriera Primera Plus? Questa volta con scalo obbligatorio a Léon, città prevalentemente industriale: motivo per cui non ci siamo fermati e siamo passati direttamente a San Luis.
Il biglietto ci è costato 411 pesos a testa, l’equivalente di circa 17 euro, per un totale di 4 ore e mezza di viaggio.
Piccola nota divertente: l’autista che ci ha portato a San Luis sembrava un pazzo scalmanato, andava velocissimo e azzardava sorpassi incredibili mentre camion enormi arrivavano nel senso contrario. Quando non c’era nessuno da superare, teneva la destra in maniera eccessiva, tanto che eravamo sempre con metà autobus nella corsia di emergenza, a volte a filo col guard rail. Ho avuto momenti di panico, ma mi ha fatto anche molto ridere questo stile di guida… quando ho capito che in Messico guidano tutti come dei pazzi! Ci sono pochissimi cartelli stradali, spesso non sono segnate le linee delle corsie e per quanto riguarda stop e precedenze le persone vanno a sentimento. Wild West.

Arrivati (vivi) a San Luis Potosì, abbiamo preso un taxi che ci ha portato all’appartamento: per 10 km di tratta, la spesa è stata di 80 pesos ( poco più di 3 €). Veramente pochissimo!
Ma la sorpresa migliore doveva ancora arrivare: invece che in un appartamento, ci siamo ritrovati in un ex magazzino ristrutturato ad abitazione. Le finestre erano tutte sprovviste di tenda, e un super lampione del giardino interno ci portava in camera un fascio di luce tanto importante che non siamo riusciti a dormire. Fatto notare il problema al padrone di casa, ci ha gentilmente proposto un cambio appartamento.
Siamo quindi finiti in una bellissima casa, spaziosa e ben arredata, un vero e proprio upgrade….a costo zero. Posso dire che la notte in bianco alla fine è valsa la pena!
San Luis Potosì non è una città grandissima, in un paio di giorni si riesce ad esplorarla tutta, almeno la zona più centrale. Ci sono dei quartieri che sembrano totalmente abbandonati, con edifici diroccati e nessun’anima viva in giro.

Questo genere di posti mi affascinano tantissimo, danno un senso positivo di nostalgia, e l’ineluttabilità del tempo non toglie loro l’importanza di esistere, in modo alternativo.
E ora…si riparte. REAL DE CATORCE arriviamo!!!